“Per 40 anni ho condotto una vita sedentaria, fumo, bevo e mangio troppo.”
“L’idea di percorrere 100 km in bicicletta è per me quasi inconcepibile.”
"Mi sottopongo volontariamente a questo esperimento."
Bergamo, ex ferrovia della Val Brembana. Ai primi lievi saliscendi le gambe mi si irrigidiscono già, la tentazione di tornare subito indietro, non ho più l'età, non sono in forma, non ce la faccio. Ma poi compare un cartello che dice: siete nel paese di Gimondi.
“Improvvisamente, un altro mondo. La strada, le auto, i magazzini non sono più visibili. Sembra di essere nel piccolo mondo antico dei treni Märklin. La piccola stazione, il fienile, il vigneto terrazzato, le oche, i sentieri acciottolati. Il percorso della vecchia ferrovia si snoda dolcemente a mezza costa, seguendo le anse del fiume”.
“In 50 km, 40 gallerie e 100 ponti e ponticelli. Benvenuti alla vostra infanzia”
“Alla fine degli anni Settanta, avevo la Saltafoss arancione, su e giù per Bergamo Alta e le colline. Sulle strade si incontravano occasionalmente squadre di ciclisti in allenamento. Ma per il resto del tempo si vedevano solo bambini al parco e anziani in bicicletta nei borghi della città bassa”
A 14 anni dovevi avere un motorino, a 16 una moto, a 18 la patente e l'auto. In pochi anni hai bruciato il mito dei 100 km/h e poi dei 200 km/h. La Formula Uno era la Marlboro, le moto erano la Lucky Strike. In TV bevevi gli spot della Glen Grant.
“Fumare e bere erano obbligatori, non esistevano né gli autovelox né l'etilometro, nessuno si sarebbe mai sognato di andare in bicicletta.”
"Non è stata tutta colpa nostra. Quando abbiamo compiuto 14 anni ci hanno portato via le bici per sempre."
“Molti dei problemi della Generazione X, la generazione perduta, hanno avuto inizio lì.”
"Ma forse anche prima, con il latte in polvere nel biberon invece che al seno della mamma.
“Il momento di diventare uomini, e già ci tiravano in faccia i primi seni imbottigliati”
“Poi ci hanno fatto sognare che il paradiso era un posto chiamato Silicon Valley”
“In questo luogo mitico, raggiungibile da chiunque chiudendosi prima in un garage con un computer e poi in un ufficio, abbiamo realizzato la rivoluzione informatica.”
I primi personal computer, i primi videogiochi, i primi cellulari. La fotografia digitale, i programmi gestionali. Le prime connessioni, le prime chat. Eravamo convinti di fare una rivoluzione intelligente e creativa, per un futuro di libertà e diffusione della conoscenza.
“Pensavamo di rompere vecchie catene, ne stavamo creando di nuove”
“Ora vogliamo indietro la bici”
“Attraversiamo il cementificio sotterraneo e sotto il viadotto di Sedrina fino ai mitici 5 ponti di Zogno, uno sopra l'altro e tutti a strapiombo sul burrone. Un'archifantasia di antichità futuriste, quasi un remix delle prigioni inventate da Piranesi e della città-macchina di Sant'Elia.”
“Qui duecento anni fa lo sconsiderato Pacì Paciana, il brigante della Val Brembana, braccato dai gendarmi, riuscì a fuggire gettandosi nel fiume. Divenne un idolo, una leggenda, inafferrabile, generoso, amico degli oppressi, un novello Robin Hood”
“Pacì Paciana andò allora a nascondersi in montagna, nella baita di uno dei suoi più fedeli seguaci che invece lo tradì per intascare la taglia. Fu impiccato alla Fara di Bergamo Alta, e lasciato lì esposto per tutta l'estate, a essere divorato dai corvi, come monito per tutti i ribelli”
A San Pellegrino, il profilo del nuovo mega ponte di cemento con il marchio dell'acqua minerale. Largo, lungo, massiccio, invadente, grigio, non trasmette molta leggerezza, anzi. Il chiosco-totem della Spa, in stile pompa di benzina, è bello, slanciato, con il logo della stella rossa di San Pellegrino e l'immancabile graffito Atalan.
“Ponti di legno, metallo, cemento, mattoni, pietra.”
“Sull’altopiano tra Lenna e Piazza Brembana, una curva panoramica a raggio molto ampio per addolcire la salita, proprio come quelle dei plastici ferroviari”.
“Oltre 40 km. Ultimo sforzo per raggiungere il lago di Cassiglio”
Acque cristalline, tutto verde intorno. Potrebbe essere una laguna sperduta ai tropici. Se non fosse per il fatto che l'acqua è ghiacciata.
"Ho fatto 50 km. Com'è stato possibile? Se potessi tornare indietro, sarebbero 100".
“Stessa valle, stesso itinerario, 50 km sul Brembo da Bergamo a Piazza Brembana, ma sono due luoghi completamente diversi, che li si percorra al volante o sui pedali”.
“Quella che si vede dai finestrini delle auto, tra viadotti, semafori, code, rotatorie e grandi gallerie, è una valle trafficata e urbanizzata, simile a tante altre del Nord-Est, un po’ depressa e un po’ pacchiana, tra l’America e i Balcani”.
“Quello che si scopre pedalando sul tracciato “riciclato” della vecchia ferrovia abbandonata da 50 anni, è una valle da fiaba, un paesaggio da avventura fantasy, immerso nel verde, scavato nella roccia, a picco sul fiume. Con improvvisi sprazzi di storia, scorci, panorami, manufatti, rovine, dettagli, tracce, misteri, presenze”.
"Il mezzo è il messaggio! Il dogma di McLuhan sui mezzi di comunicazione si applica anche ai mezzi di trasporto."
L'esperimento è andato bene. Hai ragione, Sophie. L'applicazione necessaria è quella che registra e trascrive cose più importanti di numeri, dati, chilometri. I pensieri che ti vengono, le emozioni che provi mentre vai in bicicletta.
“Oggi la bicicletta è la soluzione a ogni problema di mobilità e di salute, personale e pubblico, dallo stress al traffico, che è di fatto il colesterolo delle arterie stradali”.
“A casa ho una tazza con disegnata una bicicletta da corsa e la scritta “libera la tua mente e le tue gambe ti seguiranno”.
"Ma il concetto corretto è esattamente l'opposto, cioè 'libera le gambe e la tua mente seguirà'.
Fai sport e i tuoi pensieri si schiariranno. Ora lo so.