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Ottavo pin di Vendrame

Di Leone Belotti 1 – il cucchiaio Il Rosti Bar apre stasera con ...
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Di Leone Belotti

1 – il cucchiaio

Il Rosti Bar apre stasera con uno scoop: Andrea Vendrame, il corridore italiano dell'AG2R Citroën, ha un bottone segreto. Una micro-mega tecnologia nascosta in una delle spille che fissano il numero di gara alla maglia. Lo ha confessato lui stesso parlando con noi al Rosti Bar. Per la precisione, è l'ottava spilla che fissa il numero applicato sul dorsale sinistro, l'ultima ad essere indossata nella procedura di partenza, l'ultima spilla che Vendrame indossa. A ben guardare, a differenza di tutte le altre, è nera.

Cosa nasconde questa spilla nera? A cosa serve? Perché Vendrame ha bisogno di una misteriosa spilla nera?

Lo scoprirai semplicemente leggendo.

2 - Il Joker

"Perché sono un pazzo", dice Vendrame.

Nell'ambiente lo chiamano il Joker. Andrea Vendrame è il tipico corridore imprevedibile, non si sa mai cosa farà, ogni gara potrebbe vincerla o ritirarsi.

«Posso attaccare a 30 km dall'arrivo oppure aspettare la volata, dipende da come mi sento».

In realtà, Vendrame è imprevedibile perché non può essere classificato, nemmeno il suo agente può dire che tipo di ciclista sia. A seconda della giornata, può essere uno scalatore, un passista, un finisher, uno sprinter.

"Durante la gara non so nemmeno cosa deciderò tra cinque minuti."

Con questa configurazione, Vendrame stava già vincendo una tappa del Giro d'Italia quando ancora indossava la maglia Androni. Ma poi qualcuno più imprevedibile di lui, la Dea Bendata, gli fece cadere la catena. Non una, ma due volte. Appuntamento rimandato.

3 - mostra il tuo viso

Vendrame è abituato a mettersi in gioco. Lo dice la sua storia.

«Da dilettante, i primi due anni sono stati piuttosto tranquilli, ho dovuto anche studiare. Il 2015 alla Zalf ha cambiato tutto, ho iniziato a vincere, è stato l'inizio della mia carriera. E poi arriviamo al 2016, l'incidente...»

Un giorno di allenamento sulle strade di casa sua. Un'auto gli taglia la strada. Si sbatte la testa contro il finestrino. Mille schegge di vetro in faccia, tante operazioni, tante cicatrici. Un calvario. Ma non si arrende.

«In bici sono un rivoluzionario, per questo sono andato a correre in Francia, dove le rivoluzioni le sanno fare...»

Così, dopo tre anni in Androni, nel 2019 ha deciso di passare all'AG2R. Indossando sempre la maglia di Rosti, si è ritrovato in una squadra World Tour. Tra le squadre francesi in attività, la più longeva.

«Certo, se mi danno dei compiti, li faccio... ma poi tutto dipende da come mi sento... magari prima di partire non mi sento bene, poi da un momento all'altro cambia tutto, e allora non sai cosa può succedere...»

E invece accade che, ancora più imprevedibile di qualsiasi evento inaspettato, arrivi il covid.

4 – usa la testa

Dopo l'incidente, dopo la vittoria sfumata per colpa della catena, dopo la pandemia, Vendrame è pronto a rilanciare la sua sfida. Ma i meriti accumulati con la sfortuna non sono ancora finiti. Nel 2020, ancora in allenamento, si prende un pugno in faccia da un odiatore di bici, un odiatore di ciclisti, quella sottocategoria di automobilisti con problemi che comprende almeno il 10% delle persone al volante, un 10% dei quali non solo ti odia, ma rischia di ucciderti sorpassandoti con rabbia, mordendoti i talloni. E il 10% di loro, dopo averti sorpassato, ti guarda allo specchietto per vedere se, per la scarica di adrenalina-paura, hai qualche reazione automatica di rabbia, gesto o voce: e a quel punto frenano, scendono e ti vengono incontro per stenderti con un pugno in faccia, come in un videogioco di combattimento. Sono i più pericolosi. A fare i conti, ne incontri uno su mille. Sembra incredibile quanto accaduto a Vendrame, colpito in faccia da un automobilista di quel tipo, ma chiunque vada in moto sa che storie come questa sono più frequenti di quanto si possa pensare.

Devi usare la testa, non reagire, restare lucido, avere   La freddezza e la prontezza di prendergli la targa. E poi mostrarsi in faccia denunciando l'aggressore, senza paura. Opporre la civiltà alla barbarie, questa è la lezione di Vendrame. Usa la testa. E se lo fa una testa matta come Vendrame, puoi farlo anche tu.

5 – Bagno Romagna

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E infine lo scorso anno il trionfo nella supertappa del Giro d'Italia a Bagno di Romagna.

«Certo, l'immagine che dice tutto è quella dell'arrivo con le mani al cielo, quando mollo tutto con un urlo... ma se devo dire il momento decisivo della gara, allora penso all'ultima salita, il Passo del Carnaio, quando ho attaccato per dimostrare che quel giorno stavo bene e volevo vincere».

In questa occasione Vendrame mostra tutta la sua autonomia, fuga, salita, discesa, duello sprint. E oggi rivela qualcosa che non ci aspettavamo.

"La sera prima sono rimasto alzato fino a tardi   Con l'allenatore, che conosceva bene la tappa, l'abbiamo preparata nei minimi dettagli. Oggi i corridori sfruttano il fattore forza, ma io dico che il 95% della forza deriva dalla forza mentale."

Una testa matta ha un allenatore? Un mental coach? In realtà non sembra una cattiva idea.

"L'allenatore fa parte del mio staff, con il benestare della squadra. Avevo bisogno di qualcuno che non facesse parte della squadra, anche per motivi linguistici, qualcuno con cui sfogarmi, qualcuno che potesse darmi soluzioni su ogni punto"

6 – avere rispetto

Oggi Vendrame non è un personaggio qualunque, un personaggio significativo: una testa matta, che si spacca la faccia e non si arrende, viene aggredito e usa la testa, cade e si rialza, vince e si mette a disposizione per battaglie civili sulla sicurezza e il rispetto dei ciclisti.

"È strano che un Paese come l'Italia non si adatti ai comportamenti civili tipici di altri Paesi, come la Spagna, dove non ti sorpassano, restano indietro per mezz'ora con calma..."

«Le prime volte mi sono sorpreso, se sentivo una macchina dietro di me mi veniva voglia di allontanarmi... perché se ti sorpassano a 30 cm come fanno qui, le multe sono salate... »

«Abbiamo iniziative da parte dell'associazione dei podisti, come i cartelli che invitano a mantenere le distanze, ma se non diventano norme severe e sanzionabili, restano suggerimenti che le persone ignorano...»

Allora, cosa possiamo fare, Andrea? Cosa hai in mente?

«Il Covid ci ha fermato, ma le idee ci sono...   il problema è che hai bisogno di essere supportato da qualcuno di grande, per fare un'azione di impatto a livello mediatico mondiale... l'idea era di uno spot con persone della Formula Uno, Lecrec e Bottas sono disponibili, Bottas ha un partner che corre in un team professionistico, sarebbe fantastico, moto e auto, sarebbe la cosa giusta»

Sì, sarebbe davvero la cosa giusta da fare. Dobbiamo parlare agli automobilisti in un modo nuovo e deciso. Chissà cosa ne pensa Citroën?

7 – Mettici anima e corpo

Ci piace Andrea Vendrame per tanti motivi, come corridore e come uomo. Che vinca o perda, è uno che ci mette la faccia, il cuore, la testa, le gambe, il fegato e persino l'anima.

Da bambino andava in giro con una piccola bicicletta in giardino, e il postino gli disse che sarebbe diventato un campione. Quando fu più grande, andò all'associazione sportiva locale per essere svezzato, e scoprì di conoscere già l'allenatore: era il postino!

Gli chiediamo se ha una foto di quegli anni, quando passeggiava nel cortile, e vorremmo pubblicarla.

«Ce l'ho da qualche parte, ma non è digitalizzato, devo cercarlo, appena lo trovo te lo mando».

L'anima è il legame con la propria storia, con le proprie origini. Lo capisci quando dice che la cosa più bella è pedalare tra le colline della sua terra, tra i vigneti del Prosecco.

Ma uno nato respirando prosecco, che corre per una squadra francese... Gli chiediamo: hai mai avuto il coraggio di far assaggiare il prosecco a qualcuno che beve champagne? Com'è andata?

"Quando ho vinto la tappa al Giro, ho detto: stasera beviamo prosecco! Mi guardavano terrorizzati, ma alla fine erano tutti contenti."

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8 – l'ottavo birillo

«Una vittoria vale più di dieci piazzamenti».

Pensando alla stagione che sta per iniziare, gli chiediamo se c'è una gara che sogna di vincere.

«L'Amstel Gold Race mi ha ispirato fin da bambino. E da italiano, sono incuriosito da Sanremo: ci sono arrivato in due edizioni, nei primi 20...»

Quindi, come funziona questo pulsante segreto, questa piccola spilla nera?

Ride. Parla di superstizione. Ma sappiamo che c'è molto di più in quella spilla. C'è il contatto per attivare il controllo mentale, la forza che proviene dalla psiche, dalla tua storia, dalle tue ferite e da come le hai superate.

Il bicchiere in faccia, il pugno in faccia, la pugnalata al cuore quando stai per vincere e la catena cade...

Cicatrici sul viso, nell'anima, nel cuore.

Il segreto, la magia del Joker è questo: se hai il coraggio di girare la carta, nelle tue ferite puoi trovare i tuoi superpoteri. E i segni che le ferite ti lasciano, dentro e fuori, diventano il tuo codice di forza personale, la tua vera forza. La scintilla che in certe gare, in certe condizioni, può renderti imbattibile e farti vincere le gare.

Ecco la tecnologia del perno nero. Il vero segreto.

Rafforza l'anima.