Il test del bradipo

person Pubblicato da: Leone Belotti list In: Blog Ultimo aggiornamento: comment Commento: 0 favorite Visualizzazioni: 2506

“Da 40 anni faccio vita sedentaria, fumo, bevo e mangio troppo”.

“L’idea di fare 100 km in bici è per me quasi inconcepibile”.

“Mi sottopongo di mia volontà a questo esperimento”.

“Bergamo, ex ferrovia valle Brembana. Ai primi leggeri saliscendi sento già le gambe dure, la tentazione di tornare subito indietro, non ho più l’età, non sono in forma, non ce la faccio. Ma poi mi appare un cartello con scritto: sei nel paese di Gimondi”.

“Improvvisamente, un altro mondo. La strada, le auto, i capannoni non si vedono più. Sembra di essere nel piccolo mondo antico dei trenini Markliin. La stazioncina, il fienile, il vigneto terrazzato, le oche, i viottoli ciottolati. Il tracciato della vecchia ferrovia si snoda morbido a mezza costa seguendo le anse del fiume”. 

“In 50 km, 40 gallerie e 100 tra ponti e ponticelli. Benvenuto nella tua infanzia”

“Fine anni Settanta, avevo la Saltafoss arancione, su e giù Bergamo Alta e colli. Sulle strade ogni tanto ti imbattevi in squadre di corridori in allenamento. Ma per il resto in bici vedevi solo i bambini al parco e gli anziani nei paesi della bassa” 

“A14 anni dovevi avere il motorino, a 16 la moto, a 18 la patente e la macchina. In pochi anni bruciavi il mito dei 100 Km/h e poi dei 200 km/h. La Formula Uno era Marlboro, le moto Lucky Strike. In TV bevevi spot di Glen Grant”. 

“Fumare e bere era obbligatorio, l’autovelox e l’alcol test non esistevano, nessuno si sarebbe sognato di andare in giro in bici”.

“Non è stata tutta colpa nostra. Compiuti i 14 anni ci toglievano la bici per sempre”. 

“Molti problemi della x generation, la generazione perduta, sono iniziati lì”. 

“Ma forse già prima, col latte in polvere nel biberon al posto della tetta di mamma. 

“Il tempo di diventare uomini, e già ci sbattevano in faccia le prime tette biberon”

“Poi ci hanno fatto sognare come fosse il paradiso un luogo di nome Sylicon Valley”

“In questo luogo mitico che chiunque poteva raggiungere chiudendosi con un computer in un garage, poi in un ufficio, abbiamo fatto la rivoluzione IT”. 

“I primi personal, i primi videogiochi, i primi cellulari. La fotografia digitale, i programmi gestionali. Le prime connessioni, le prime chat. Eravamo convinti di fare una rivoluzione intelligente, creativa, per un futuro di libertà e diffusione della conoscenza”. 

“Pensavamo di spezzare vecchie catene, ne stavamo creando di nuove” 

“Adesso, rivogliamo la bicicletta”

“Passiamo nel cementificio sotterraneo e sotto il viadotto di Sedrina fino ai mitici 5 ponti di Zogno, uno sopra l’altro e tutti sopra l’orrido. Un’archi-fantasia di antichità futuriste, quasi un remix delle carceri d’invenzione di Piranesi e della città macchina di Sant’Elia.”

“Qui duecento anni fa il temerario Pacì Paciana, il brigante della Val Brembana, braccato dai gendarmi, riuscì a sfuggire gettandosi nel fiume. Divenne un idolo, una leggenda, imprendibile, generoso, amico degli oppressi, un nuovo Robin Hood”

“Pacì Paciana andò poi a nascondersi in montagna, nella baita di un suo fedelissimo che invece lo tradì per intascare la taglia. Fu impiccato alla Fara di Bergamo Alta, e lì lasciato esposto per tutta l’estate, in pasto ai corvi, come monito a tutti i ribelli”

“A San Pellegrino la sagoma del nuovo mega ponte in cemento taggato con il marchio delle acque minerali. Largo, lungo, massiccio, invadente, grigio, non comunica molta leggerezza, anzi. Bellissimo invece il chiosco-totem delle Terme in stile pompa di benzina, slanciato, con il logo della stella rossa San Pellegrino e l’immancabile atalan-graffiti”. 

“Ponti di legno, di metallo, di cemento, di mattoni, di pietra”. 

“Sull’altipiano tra Lenna e Piazza Brembana una curva a larghissimo raggio, panoramica, per ammorbidire la salita, proprio come quelle dei plastici ferroviari”.

“Superati i 40 km. Ultimo sforzo per arrivare al laghetto di Cassiglio”

“Acque limpidissime, intorno tutto verde. Potrebbe essere una laguna sperduta ai tropici. Se non fosse che l’acqua è ghiacciata”

“Fatti 50 km. Come è stato possibile? Se riesco a tornare indietro saranno 100”.

“La stessa valle, lo stesso itinerario, 50 km risalendo il Brembo da Bergamo a Piazza Brembana, ma sono due posti completamente diversi, se li fai al volante o sui pedali”. 

“Quella che vedi dai finestrini dell’auto, tra viadotti, semafori, code, rotonde e grandi gallerie è una valle trafficata, edificata, simile a tante altre del nord-est, un po’ depressa e un po’ pacchiana, tra l’America e i Balcani”. 

“Quella che scopri pedalando sul tracciato “riciclato” della vecchia ferrovia abbandonata da 50 anni, è una valle da favola, un paesaggio da avventura fantasy, immerso nel verde, scavato nella roccia, a picco sul fiume. Con improvvisi lampi nella storia, scorci, vedute, manufatti, ruderi, dettagli, tracce, misteri, presenze”. 

“Il mezzo è il messaggio! Il dogma Mc Luhan sui mezzi di comunicazione vale anche per i mezzi di locomozione”.

“L’esperimento è andato bene. Hai ragione, Sophie. L’applicazione che serve è quella che registra e trascrive cose più importanti dei numeri, dei dati, dei chilometri. I pensieri che ti vengono, le emozioni che provi andando in bici”.

“Oggi la bici è la soluzione di ogni problema di mobilità e salute sia personale che pubblica, dallo stress al traffico, che è in effetti è il colesterolo delle arterie stradali”. 

“A casa ho una tazza con disegnata una bici da corsa e la scritta “free your mind and your legs will follow”, “libera la tua mente e le tue gambe la seguiranno”. 

“Ma il concetto giusto è esattamente quello opposto, cioè “libera le tue gambe, e la tua mente le seguirà”. 

Fai sport, e ti si schiariranno le idee. Adesso lo so”.

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