Le perle del Kaiser
Tappa 14: San Vito al Tagliamento-Monte Zoncolan, 181 km
Al Rosti Bar oggi si vedrà se c’è «qualcuno capace di fare l’impresa.», e la Mery si è messa in ghingheri e sfoggia una camicia di seta apertissima su una collana di perle
«per sua maestà il Kaiser», alias lo Zoncolan, la salita più dura d’Europa.
A metà tappa sono in fuga in 7, e 2 sono dei nostri, con le nostre maglie: Gavazzi della Androni, e Montaguti della AG2R. Ma il gruppo non li lascia allontanare più di tanto.
A 50km hanno 6 minuti. Sono passate già 3h di gara, e vanno alla media di 38km/h.
Berlinguer, preoccupato: «Troppo veloci.»
Davanti sono rimasti in 5, e ci sono i nostri 2 Rosti. Inizia a piovere.
Il Marelli, elettricista in pensione, agitatissimo, si scola un calice misto dopo l’altro e blatera cose tipo: «Aru o mai più.»
La Mery lo incenerisce: «Oggi non si tifa Aru né Pozzovivo o chi vuoi tu. Oggi si tifa ciclismo.»
«Ma è vera?» le chiedo «la collana di perle intendo» e il Gino mi guarda male. Sottovoce, mi spiega: «come tutte le vere signore la Mery adora le collane di perle, di ogni tipo.»
Da come lo dice, ci dev’essere un porno-riferimento, che non voglio approfondire, ma so che nel mentre a Sanchez scende la catena, uno spettatore vola per terra,
e i nostri sono sul Duron, «il duro passo che precede il durissimo Kaiser.» (Gino dixit)
A 30km i 5 in fuga hanno 3 minuti sul gruppo. A 20Km Gavazzi perde contatto.
«3 in 5» ordina il Gino (cioè 3 Campari soda per 5 Campari col bianco) in onore di Gavazzi, ripreso dopo 170 km di fuga. Barbin e Conti sono davanti, Montaguti a inseguire.
Siamo ai 10 km finali, il Kaiser, lo Zoncolan, con pendenza media disumana, e tratti al 22%.
Il gruppo, ridotto a 40 corridori, riprende Montaguti. Valerio Conti è solo in testa.
Ai 7km lo spagnolo Igor Anton lo raggiunge, e poco dopo il gruppo, sgranatissimo, riprende i due battistrada. Siamo al muro del 22%. Il momento degli scalatori.
«Con quelle pendenze, non puoi alzarti sui pedali, perderesti la trazione» spiega Berlinguer.
«E se perdi l’abbrivio e metti un piede a terra» dice il Gino «non riesci più a ripartire.»
«E se guardi come pedalano, capisci che usano rapporti da mountain-bike.»
Ai 5km i big sono tutti là. Aru in coda al gruppo lotta per rientrare. Puols conduce, poi Froome, Dumoulin, Yates, Lopez, Reichenbach, Pinot e Pozzovivo.
A 4km scatta Froome in modalità frullatore, con Yates, Lopez e Pozzovivo a inseguirlo. A 3km Froome ha 10 secondi sul terzetto. La maglia rosa Yates prova ad andare a prenderlo.
Il Marelli: «Sfida tra i 2 inglesi sulle alpi carniche per la presa del Kaiser.»
A 2km Froome ha 10 secondi su Yates. A 1km ci sono le tre gallerie prima dell’arrivo. Froome esce dall’ultima galleria, 500 metri, Yates a pochi metri, che però sono molti secondi.
Ci prova, ci prova, ma non ce la fa. Vince Froome, Yates a 5 secondi.
Poi Pozzovivo e Lopez a 25, e Dumoulin e Pinot a 37. Aru a oltre 2 minuti.
Riassume Berliguer: «La guerra delle 2 rose! Grandissimo Froome, grandissimo Yates. Non era l’ora di Aru, e Pozzovivo è vivo.»
«Le perle del Kaiser!» ride il Marelli.
«Come quella della collana della Mery» dice il Gino, e ride anche lui.
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