Montevergine sei tu!

person Pubblicato da: Leone Belotti - Calepio Press list In: Blog Ultimo aggiornamento: comment Commento: 0 favorite Visualizzazioni: 899

Tappa 8: Praia a Mare-Montevergine di Mercogliano, 208 km

«Montevergine? Non dalle nostre parti...»  

Una volta che ti abitui alle battute becere e monotematiche dei vecchiacci del Rosti Bar, quasi te le aspetti. Ma non devi ridere, altrimenti vanno avanti a nastro.

«Donne al volante? Non sulla mia macchina...»  

«Donne e buoi? Stesso cervello!» 

«Donne in cantiere?...» (meglio non riferire).

Come sempre c’è un AndRosti in fuga, il colombiano Torres, ma stavolta con lui e altri 5 c’è anche l’AG2Rosti italiano Matteo Montaguti.
Aspettando il momento clou, gli ultimi 15km di ascensione al Montevergine, il Gino scatena un dibattito nostalgico sulle vergini e sui monti di Venere, e su come sono cambiate le cose.

«Il problema della deforestazione»  

«Hanno cominciato col depilarsi le ascelle»  

«Era il primo pelo che vedevi di una donna»  

«Ti dava un’idea di quel che avresti trovato»  

«Non dovevi andare a cercare il pelo nelle ovaie»  

E avanti così per due ore. A 100 km, metà corsa esatta, i 7 sempre in fuga con 6 minuti sul gruppo. Mentre in Tv i corridori pedalano e i telecronisti raccontano gli arrivi sul Montevergine
di 10 o 30 anni fa, il Gino e i suoi amici in parallelo tirano fuori le loro “prime imprese” sui monti di Venere con le vergini degli anni Sessanta. 

«Che il Giro sia una trasmissione per vecchi?» mi chiedo, e la Rai quasi a volermi rispondere manda il trailer con il bambino e la biciclettina. Che a guardarlo bene è un trailer per nonni.

A 30km il drappello dei fuggitivi con i due Rosti diversi hanno sempre 4-5 minuti. A 15 km inizia la salita a Montevergine. 

«Stavolta rischi grosso, Mery». Si è impegnata a offrire un giro gratis al primo podio Rosti.

«Perderai la monteverginità?»  

Adesso piove a dirotto, fa freddo, il gruppo è più vicino, un minuto e mezzo di distacco, ma i 7 continuano a spingere forte. A 10km hanno ancora 1 minuto,
ma l’AndRosti Torres ha perso contatto. L’AG2R Montaguti invece è davanti. Sono rimasti in 4, con l’italiano ci sono due sloveni e un olandese.
Pedalano a 40Km/h, in salita, sotto la pioggia. Il bergamasco Villella li segue a pochi secondi.

«Montaguti non sbaglia mai una fuga»  

«Ma la vedo molto dura, il gruppo è lanciato»  

A 5 km il vantaggio è sceso a 30 secondi. Intanto Froome protagonista di una caduta, batte il fianco, ma riparte. A 3,5Km scatta l’olandese Beowman, e Montaguti va a prenderlo.
Il gruppo incalza. A 1,5km diluvia. Montaguti viene ripreso. All’ultimo km dal niente Carapaz si alza e schizza su come un proiettile.
Stacca tutti di forza e taglia il traguardo di Montevergine in solitudine. Prima volta di un ecuadoregno al Giro. 

«Ti ricordi la prima volta Mery? Vedevo il sangue, ho pensato che fossi vergine» dice il Gino.

«Invece vergine eri tu!» ride la Mery, e il Gino annuisce con gravità.  

«Il sangue era mio. Mi ero rotto il frenulo tanto ero eccitato». 

«Cose d’altri tempi»  

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