Santa Ninfa

person Pubblicato da: Leone Belotti - Calepio Press list In: Blog Ultimo aggiornamento: comment Commento: 0 favorite Visualizzazioni: 1073

Tappa 5:Agrigento-Santa Ninfa, 152 km

Appena arriviamo al Rosti Bar (io col fiatone, perché spingo la carrozzina del Gino) la Mery ci serve un calés misto, e si siede con noi, mentre Berlinguer ci aggiorna. 

«Tappa da Agrigento al Belice. Prima lungomare, poi saliscendi all’interno. Anche oggi, come sempre fino ad oggi, c’è un Rosti Androni in fuga.» 

«Sono in quattro. Un italiano, un albanese, un irlandese e un olandese» precisa Berlinguer.

«Non è una fuga, è una barzelletta» sentenzia il Gino.

«Ma prima o poi qualcuno gliela fa» ribatte la Mery.

Il Gino sembra pensarci su. «Devi decidere in un attimo se andare a riprendere chi va in fuga».  Poi mi guarda in faccia, strizza l’occhio alla Mery, e mi dice: «Lasciala andare, e non correrle dietro.» Lo odio.

La Mery: «Il problema ce l’avrai più avanti. Appena ne trovi un’altra, il giorno stesso, la sera stessa, lei ritorna. Sarà lì che dovrai tenere duro» 

«Ascolta la Mery, ragazzo» 

«Intanto, cercane un’altra» 

Per distrarmi mi concentro sul Giro. Alzo il volume. E mi becco la parte funebre del Giro. Il Giro è anche una forma di processione funebre, che ricorda i morti del ciclismo, e i martiri e le tragedie dei posti che attraversa. Nell’ordine, oggi il Giro onora due ciclisti morti in passato (Ravasio negli anni ottanta, e il belga nel 2011), poi la tragedia del terremoto del Belice nel 1968, poi la martire 17enne Rita, collaboratrice di giustizia con Borsellino, una storia allucinante (con la madre che prende a picconate la lapide della figlia!).

Intanto l’AndRosti e gli altri tre continuano la loro fuga.

«In fuga è come essere una squadra temporanea» 

«Come fare un’impresa con dei soci» 

«Bisogna che tutti diano il massimo, e ognuno abbia le sue motivazioni, e che si incastrino con quelle degli altri» 

«Non sempre funziona» 

Infatti a 23km dall’arrivo i quattro in fuga cominciano a farsi i fatti loro.

E Vendrame, uomo Androni in maglia Rosti, li lascia alle spalle, vince il Gran Premio della Montagna e prosegue in solitudine.

A 14km caduta nel gruppo, con due AG2Rosti fermi vicino al guard rail con le bici in mano. Pozzovivo è tra i coinvolti, ma riesce a rientrare nel gruppo. Passano davanti al Cretto di Burri, che è l’enorme tomba di un intero paese, Gibellina, raso al suolo dal terremoto.

Il mitico AndRosti Vendrame non molla, è davanti a tutti dal primo chilometro e ancora pedala alla grande. A 5km gli restano 10 secondi sul gruppo lanciatissimo. Filano a 85 km/h. 

A 3km lo riprendono. Intanto Miguel Angel Lopez è volato dritto in un prato e resta indietro. All’ultimo km parte Ulisse con Pozzovivo a ruota. Si fa avanti Aru. Ultima curva, Pozzovivo lancia lo sprint, Battaglin lo affianca, e lo supera vincendo sul traguardo di Santa Ninfa. 

«Santa Ninfa!» esclama il Gino.

«Proprio quella che servirebbe a te!» mi sorride la Mery. 

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