Tel a Viviani

Tappa 2:

Haifa-Tel Aviv, 167 km

Quando l’uomo dell’Androni va in fuga con tre minuti di vantaggio, la mano ossuta di Berlinguer impugna la matita e prende nota sul taccuino. 

«Primo traguardo volante, e maglia rosa virtuale» annuncia. 

La Mery ha promesso un giro gratis al primo podio Rosti, e la Androni insieme alla AG2R è una delle due squadre griffate Rosti al Giro.  

«Mancano 100 chilometri» avvisa Berlinguer.

«Appunto» dice la Mery, con quella sua voce raschiante. 

Il Gino: «Ma è un gran premio della montagna questo qui?». 

Gli risponde il Merelli: «somiglia alla salita delle scuole qui dietro».

Berlinguer comunque annota e annuncia: «Terzo, al primo gran premio della montagna» 

La tappa prosegue nella noia. Il Marelli si abbiocca sulla sedia. Io mi metto in scia. 

A un certo punto il Gino sbotta: «Un’autostrada deserta, in mezzo al deserto! Sarà mica il Giro d’Italia quella roba qui!»

«Sei te, che sei arido!» lo rimbecca la Mery «perché vedi solo la corsa»

Il Gino la guarda senza espressione. E lei:«La 2cv gialla, hai visto che bei ragazzi c’erano dentro?» «E quei due sul tandem rosa in tuta da conigli rosa, l’hai visto quello dietro, seduto al contrario, e con la bogia?» 

Il Gino le sorride: «Fai la brava Mery, portaci da bere, offro io»

Ci si risveglia alla volata. Vediamo maglie Rosti, ma vince Viviani con uno scatto perfetto, al momento perfetto.  Berlinguer alza gli occhi dagli occhiali, e annuncia: «Due Rosti nei primi dieci al traguardo». Il Merelli si alza: «Morale, nessun Rosti sul podio».

Mentre stiamo per uscire, l’atmosfera si elettrifica improvvisamente. Dalla strada, dalla vetrata vedo avanzare verso il Rosti Bar una giovane dea. Entra come un soffio di vento di primavera. Gli stessi occhi, e 30 anni meno della zia.

«Che tappa è? Chi ha vinto?» chiede, e mi guarda dritto. 

Confuso, rispondo: «Da Haifa a Tel a Viviani».